Seeming Confines
Curata da Valentina Roselli e David Ruff Archive (presieduto dalla moglie Susan Finnel),
l’esposizione intende portare all’attenzione del pubblico le opere degli anni Settanta di Ruff, per
approfondire quale fu l’impatto che il trasferimento dagli Stati Uniti all’Europa ebbe sul suo
lavoro. Una mostra che vuole indagare sul nuovo impulso creativo che l’incontro con il Vecchio
Continente stimolò nell’artista. Nel 1969, infatti, Ruff e la moglie con la figlia piccola, lasciano
New York per trasferirsi prima ad Amsterdam, poi, nel 1971 in Piemonte, stabilendosi in Europa, da
dove le loro famiglie erano migrate all’inizio del Novecento per approdare negli Stati Uniti. Ruff
sbarca in Europa cercando una nuova sensibilità espressiva, mettendosi alla prova nell’incontro con
la cultura e la tradizione europea.
Il titolo della mostra “Seeming Confines” coincide con il titolo di un dipinto di Ruff ispirato
all’opera Endymion (IV, 513) di John Keats, autore molto amato dall’artista e che nutre spesso la
sua ricerca. È un titolo che richiama direttamente la passione per la letteratura e il carattere
poetico e musicale che permea tutti i lavori di Ruff. Allo stesso tempo, il riferimento a confini
apparenti intende sottolineare quanto sia difficile definire Ruff secondo uno stile preciso o una
corrente artistica: la sua opera è un viaggio dai confini non demarcati, senza l’urgenza di una
definizione. È stato spesso associato all’espressionismo astratto statunitense, relazione pittorica
che Ruff arricchisce, ma dalla quale si distacca consapevolmente. Ruff ha saputo riflettere sulla
tradizione artistica americana e su quella europea, influenzato anche da maestri italiani quali
Botticelli, Tiziano, Veronese, Tintoretto e Giorgione, raggiungendo uno stile unico, dai caratteri
avanguardistici per il suo saper guardare sempre oltre le sensibilità del suo tempo. In lui molto
spiccato è il tratto coloristico, tra luce e vibranti atmosfere, tra tinte tenui e forti, che
conferisce nuance e sfumature alla realtà, ai sogni, alle sensazioni, alle emozioni.
«Le opere in mostra – spiega la curatrice Valentina Roselli – propongono una selezione di dipinti e
lavori su carta, prodotti prevalentemente negli anni Settanta, periodo in cui Ruff incontra una
nuova vita in Europa, pregna di ispirazione, ma anche di complessità di carattere pratico e
culturale. I colti riferimenti di Ruff elevano il suo gesto pittorico a una grazia fresca e
vigorosa, senza mai stressare la percezione. Un artista che ha portato con sé una ricerca alimentata
dal grande fermento artistico degli Stati Uniti a partire dagli anni Quaranta, studiando dal vivo
giganti come de Kooning, Pollock, De Staël, Gorky, Baziotes, Rothko. Ha saputo trasformare in
immagini l’avventura esistenziale, scardinando categorie e stereotipi con prontezza e raffinata
ironia. La sua arte conduce a una visione autentica e diretta. Per Ruff il processo pittorico è il
motore rivitalizzante della vita».
Le opere esposte comprendono: nove opere su carta del 1969 e 1970 (inchiostri e gouache, 30 x 23 –
34 x 24 cm) e venti dipinti, tra cui Seeming Confines (olio su tela, 100 x 85 cm, 1973); Phanopoeia
(olio su tela, 105 x 120 cm, 1974); …Come gli Uccelli in Autunno (olio su tela, 105 x 92 cm, 1974);
Parabole (olio su tela, 95 x 80 cm, 1979); The Second Sound (olio su tela, 105 x 92 cm, 1975). Sono
presenti alcuni diari, appunti scritti a mano e ritratti fotografici di David Ruff, volti a rivelare
parte del contesto storico-culturale presente nella sua ricerca.